www.mural.ch: akteure

dieser beitrag wurde verfasst in: italienisch (ita/it)

name: Salietti

vorname: Alberto

wikidata-repräsentation: Q24194896

gnd-repräsentation: 119093073

biografische angaben: Ravenna 1892 - Chiavari 1961

Allievo dei Mentessi e Tallone all'Accademia di Brera dove s'iscrive nel 1904, principia l'attività di grafico e illustratore nel primo dopoguerra. Dal 1920 è invitao alla Biennale di Venezia dove esporrà a tutte le edizioni fino al 1952. Nel 1922 espone a Milano con Malerba, Funi, Dudreville, Carrà e Casorati alla 'Mostra di pittura e scultura italiana contemporanea' alla 'Bottega di Poesia'. Nino Barbantini appoggia una sua personale a Venezia nel 1923. Con una pittura legata alle correnti classiciste entra nel gruppo del Novecento Italiano divenendo segretario del Direttivo del movimento. Espone alle mostre milanesi del 1926 e 1929 e a tutte le rassegne di Novecento in Italia e all'estero, a Lipsia, Ginevra, Oslo, Buenos Ayres, apprezzato dalla critica e dalla stampa per il composto e nitido primitivismo che caratterizza la sua pittura sempre accurata. Allestisce una personale nel 1931 alla galleria Pesaro con presentazione di G.Nicodemi. Partecipa a tutte le mostre del Sindacato regionale lombardo e alla IV mostra nel Palazzo del Podestà di Bologna. Si riallaccia alla trascorsa esperienza di pittura murale in occasione della V Triennale milanese con l'opera 'La vendemmia', eseguita nel nuovo Palazzo dell'Arte nel 1933. Realizza l'affresco 'La Giustizia' nel nuovo Palazzo di Giustizia di Milano. I paesaggi di questo periodo recuperano una più tornita classicità ed evidenziano l'attenzione alla lezione cézanniana. È membro del Consiglio Superiore per le Antichità e Belle Arti dal 1933 al 1936; partecipa alle Quadriennali di Roma nel 1935, 1939, 1943, 1951-52, 1955-56, 1959-60; all'esposizione di Budapest e al Carnegie Institute di Pittsburgh nel 1936, all'Esposizione mondiale di Parigi nel 1937. Nel 1942 gli viene assegnato una sala e il Gran premio per la pittura alla XXIII Biennale di Venezia. Nel dopoguerra vince il Premio Marzotto 1955 e il Premio del Comune di Milano nel 1959.